Il nome che ho ricevuto in dono dai miei genitori è Giacomo, quello che ho scelto è Kailash.
La mia storia inizia nel 1986, quando sono nato, in una fredda notte di febbraio, il sole era congiunto a Giove nel 29° dell’Acquario, la luna crescente in Gemelli e all’orizzonte la costellazione della Bilancia imprimeva il mio ascendente.
Quello che ho sperimentato nella prima parte della mia vita è stato abbastanza lontano da ciò che definiamo olistico o spirituale.
Dico abbastanza perché in cuor mio sentivo che nutrivo dentro di me una connessione molto forte con ciò che è invisibile ai sensi e quello che mi insegnavano essere solo un frutto della mia mente era in realtà un dialogo con l’universo che scoprii più avanti nella vita.
Nonostante la mia vocazione per la creatività, per l’arte, per il racconto, per l’immaginazione, ho seguito ciò che i miei genitori ritenevano giusto per me: avevo una mente agile e sveglia ed ero portato anche per le materie scientifiche ritenute “superiori” a tutto il filone umanistico che mi appassionava, per cui crescendo i miei studi sono stati quelli del liceo scientifico nella mia città natale (Senigallia) e di Economia Aziendale all’Università Bocconi a Milano, per proseguire poi con una carriera manageriale in quest’ultima città che mi ha ospitato per più di quindici anni. Non rimpiango le scelte e il percorso fatto, mi ha permesso di sperimentare e apprendere molti concetti, informazioni e approcci che porto ora in quello che faccio, sia per migliorare la mia manifestazione nel mondo che il sostegno che porto all’altro.
L’informazione che ricevevo dai miei genitori è stata comunque molto impattante poiché non sentivo dentro di me quella ribellione tipica dell’adolescenza o giovinezza e la mia parte più forte e ribelle è emersa col tempo, quando credevo che non potevo cambiare più nulla nella mia vita.
Ho iniziato a parlare della mia vita e infanzia perché è proprio in quel periodo che è nato il mio dialogo spirituale, che porto oggi nel mio servizio.
Durante l’infanzia e l’adolescenza sono stato fortemente influenzato dalle richieste dei mie genitori. Ho scoperto nel corso del lavoro su me stesso quanto fossi un bambino molto delicato, sensibile e vulnerabile. Ricevere anche sono una richiesta a voce alta imprimeva molta violenza nel mio sistema energetico, per cui crescendo in una famiglia in cui i toni di voce erano spesso alti, frequentemente si litigava, le figure dei mie genitori erano forti ai miei occhi, crescendo ho sentito di seguire tutto quello che mi veniva richiesto come se fosse un atto di sopravvivenza, raccontandomi che avrei avuto tempo per fare ciò che mi piaceva.
Per cui, tutte le mie passioni per l’arte, per la danza, per la musica, la letteratura, l’arte in generale, le tenevo per i miei giochi in solitaria.
Sono stato un bambino molto dedito al ritiro, non tanto forzato poiché avevo occasione di stare con gli amici di scuola, quanto per scelta: nel momento in cui rimanevo da solo con me stesso, creavo mondi, storie, fantasie, visioni in cui potevo rifugiarmi e coltivare le ispirazioni e dialoghi col divino.
La scuola non la amavo particolarmente. Andavo molto bene per non avere ripercussioni in famiglia e poter fare quello che volevo, ma tendenzialmente il sistema scolastico non mi motivava, le materie scientifiche non mi piacevano nonostante fossi particolarmente portato e quelle umanistiche in cui non solo ero portato ma mi motivavano, non erano sufficientemente sviluppate.
A casa, andavo spesso a cavallo e seguivo la spinta di mio padre a gareggiare e vincere, quando molto spesso il piacere più grande per me era anche in questo caso stare da solo con il cavallo, dialogare con lui e lasciarmi cullare in mondi segreti che solo io potevo conoscere.
In questo contesto molto indirizzato era naturale per me dover trovare delle valvole di sfogo, in tutti gli stadi della formazione: elementari, medie e superiori.
Sono stati anni in cui non ho sentito la ribellione tipica degli adolescenti, avevo paura a non seguire il seminato familiare e non sapevo nemmeno di poterlo fare, era come se una parte di me fosse completamente sedata e a stento anche oggi riesco a risvegliarla.
Gli interessi che mi facevano sopravvivere erano i più disparati, come se fossero un rimedio che la mia anima chiedeva per poter sopravvivere a una serie di costrizioni che stato vivendo (ho avuto una giovinezza nell’agio e nel completo soddisfacimento dei bisogni, ma anche se apparentemente non mancava nulla, la mia anima chiedeva altro, un nutrimento diverso).
Per cui attività che mi appassionavano di cui tutt’ora porto con me gli insegnamenti sono stati il teatro (recitando per più di dieci anni nella compagnia teatrale della mia città, con un bellissimo studio della dizione che amo particolarmente), il pianoforte (il mio rifugio preferito, dopo sette anni di lezioni private era per me un compagno fedele che manifestava i miei stati emotivi, giunto quasi a comprensione di voler proseguire in conservatorio), l’equitazione (barcamenandomi tra impegno quotidiano per allenarmi per le gare e mero piacere di connessione con il regno animale), lettura (amavo lasciarmi sedurre dalle storie dei libri, miti, leggende e romanzi), scrittura (ho sempre mostrato una predilezione per questo strumento, a cui delegavo le difficoltà comunicative quando le mie emozioni erano troppo intense), danza (il mio primo ricordo è uno scatto di me a tre anni in una piazzetta di Gardaland in cui ballavo circondato da persone che mi osservavano, passione che perdura con amore tutt’ora) e molti altri.
Sono tutte attività che sono nate dai sei anni in poi e hanno proseguito per tutta la giovinezza, alcune di esse continuano ancora.
Tutta questa sperimentazione mi ha permesso di mettermi sempre alla prova, ricominciare senza paura da capo, buttarmi con totalità in qualcosa di nuovo e sconosciuto senza l’ansia del non saper fare. Per molti versi ho amato il percorso che ho fatto, per aver avuto l’opportunità di potermi immergere in tanta ricchezza.
Nel 2006, dopo il mio primo anno di Economia a Milano in cui avevo sperimentato molta più Milano che esami sostenuti, durante le vacanze estive mio padre rientrava a casa mostrandomi un volantino: Reiki.
Si teneva alla Città della Luce, nella sede marchigiana vicino al nostro paese e stranamente mi ritrovai a dire “si ok, vengo anche io”.
Dico stranamente perché tendenzialmente a quell’età (19 anni) la mia risposta automatica a ogni stimolo che mi arrivava dai miei genitori era “No”, ma in quell’occasione mi sono ritrovato a voler partecipare.
Per cui insieme a mio padre ci ritrovammo a fine agosto a frequentare insieme il Primo Livello di Reiki con Umberto Carmignani, fondatore della Città della Luce, che ritornerà poi molti anni dopo nella mia vita con il nome di Akshara.
Un elemento molto curioso è stato il presentarmi con una decina di punti di sutura sulla sommità del capo: una settimana prima avevo ricevuto un pugno in testa da un completo sconosciuto, in una festa in spiaggia, che dopo aver urlato “Basta hai rotto il c…o” sferrava questo attacco. Nessuno lo ha poi ritrovato, come se si fosse dileguato.
A distanza di anni ripenso ancora a questo episodio come introduzione al lavoro che Reiki avrebbe fatto alla mia testa, andando a sciogliere tutti i contenuti, i modelli, i condizionamenti con cui avevo riempito la mia mente.
Inoltre non avevo letto nulla di Reiki e ho scoperto il giorno stesso del seminario che i trattamenti venivano eseguiti con le mani: sono nato senza la mano destra e porto una protesi fin dalla nascita. A 19 anni non avevo ancora accettato la mia conformazione fisica diversa dalla maggioranza e anche questo si rivelò un punto di lavoro molto forte.
Ultimo punto, ma non meno importante, quello che mi ha rivelato mio padre molti anni dopo aver fatto Reiki: lui credeva che si basasse su un esercizio del potere mentale, su un affinamento di questa capacità di controllo della mente e di gestione del nostro volere, basato anche sul suo rifiuto della mia omosessualità scoperta da poco, come se coltivasse la speranza di una redenzione se solo avessi voluto.
Il fatto curioso è che il primo giorno, durante le presentazioni, accanto a me c’era un uomo, Massimo, che dichiarava che grazie a Reiki aveva avuto la forza di accettare la sua omosessualità, lasciare andare la sua relazione con la ex moglie e accogliere la sua natura e il suo orientamento senza paura.
Ora porto tutti questi aneddoti quando introduco la mia esperienza con Reiki nei seminari di Primo Livello ai futuri studenti e studentesse, proprio per far arrivare come questa energia abbia palesato fin dall’inizio le tematiche centrali che avrei lavorato, sciolto e portato a servizio con l’iniziazione a Reiki.
Dopo il Primo Livello sentivo che qualcosa era cambiato e non sarei più stato lo stesso.
Era stato acceso dentro di me un fuoco che alimentava una forza che piano piano si è fatta spazio, anche se ho dovuto attendere più di dieci anni prima di riprendere il percorso con il Secondo Livello.
In quegli anni, anche se sentivo già di voler partecipare alla comunità della Città della Luce, tornare a studiare nelle Marche in modo da avere la possibilità di frequentare i corsi e seminari, rimasi a Milano, quasi costretto dai miei genitori per il solo investimento che avevano fatto il primo anno di università.
L’Università la finii, mi laureai in Economia Aziendale, ma dire che ho ripudiato quella formazione è un eufemismo. Non mi piaceva l’ambiente, i compagni, le materie, la competizione che si respirava, il rincorrere una falsa idea di successo, uno schema e ciclo in cui venivamo incasellati.
Quello che mi è piaciuto è invece tutto il resto: stare quattrocento chilometri lontano dalla mia famiglia di origine mi ha permesso di sentirmi libero di vivere la mia omosessualità, scoprirmi sotto questa nuova veste, senza nascondermi, frequentare luoghi e posti carichi di arte, creatività, espressioni e nel cuore sentivo che tutto ciò andava a sostenermi in ciò che avrei fatto più avanti.
In tutti questi anni dentro di me Reiki agiva come una energia di protezione, facendomi fare tantissime esperienze e nello stesso tempo preservandomi da punti di non ritorno.
Anche durante la carriera lavorativa, dedicata al marketing e al commerciale di multinazionali, sentivo dentro di me che lentamente qualcosa si stava assestando, modificando, prendendo spazio.
A lungo andare, quella che mi sembrava una carriera luminosa e di successo (anche in questo caso ottenevo dei grandi risultati pur non piacendomi a fondo) perdeva sempre più la livrea di luce che le avevo dato, mostrandomi quanto lavorare come quadro in una multinazionale, per perseguire obiettivi di fatturato non miei, che andavano a ledere l’ambiente, a sostenere lo sfruttamento e alimentare un circolo vizioso di consumismo e capitalismo fosse deleterio per la mia felicità e realizzazione personale.
Nel corso degli anni ho maturato la consapevolezza che dipendere da qualcuno era una sensazione che non mi faceva sentire potenziato, alimentava il processo di sedazione dei miei istinti e creatività, oltre ad aver cambiato tutto il mio sistema valoriale, non riconoscendomi più quindi in quello aziendale.
Decisi di lasciare Milano, lasciare il lavoro come Manager e trasferirmi nelle Marche, sostenendo l’azienda di famiglia e riprendendo la formazione con Reiki che avevo sospeso.
La forza principale è stata infatti il richiamo che Reiki ha effettuato a un certo punto della mia vita, nel 2018, in cui ho ripreso a lavorare su di me attraverso l’Aura Soma, la Trance Dance, le cerimonie sciamaniche, e sentivo come tutto ciò andasse al recupero della connessione primaria che guidava la mia vita: Reiki.
Ritornato nelle Marche a Giugno 2019, ripresi il lavoro con il Secondo Livello, ritrovando il mio Maestro e Guida Umberto che aveva accolto l’energia di Akshara e continuava a portare il suo servizio di risveglio e benessere.
Grazie al Secondo Livello ho conosciuto le Costellazioni Familiari e nel preciso istante in cui finii la mia prima Costellazione sentivo che non era solo uno strumento di cura naturale per me stesso, ma desideravo portarlo nel mondo tanto era la potenza che aveva scatenato in me.
Decisi quindi di iscrivermi alla formazione professionale della Città della Luce, e immergermi totalmente nel lavoro su di me.
Non riesco a pensare a un aspetto della mia vita che non ho elaborato grazie al lavoro con Akshara e con tutti i Maestri e Maestre della Città della Luce. Gli anni di formazione sono stati un tuffo profondissimo dentro me stesso, a recuperare tutte quelle parti di me che avevo dimenticato, nascosto, rimosso, eluso e manipolato per aderire a un percorso che mi era stato richiesto.
Ho scoperto quanta rabbia avessi incamerato nel corpo, quante lacrime e quanta paura, quanto dolore represso e al contempo quanta voglia di vivere e fiorire nel mio talento e nel mio servizio.
Ho amato ogni istante passato alla Città della Luce e tutt’ora rimane per me un punto importante e saldo per la mia formazione, connessione e vita di comunità.
Anche se ottenni la Facilitazione in Costellazioni Familiari a Settembre 2019, sentivo che stavo preparando la strada per accogliere ciò che avrebbe cambiato la mia vita: il Master di Reiki.
Con la Facilitazione ebbi l’autorizzazione formale per iniziare a operare per il benessere e l’armonia dell’altro, aiutando ad elaborare blocchi e irretimenti. Ma ciò che si è verificato con l’arrivo del Master nella mia vita è stato sconvolgente, una completa responsabilizzazione verso il servizio, una resa totale alla connessione che ognuno di noi ha con il divino, una gioia di poter portare ciò che ha cambiato la mia vita a chi fosse pronto ad accogliere questo passo iniziatico.
Reiki per me rappresenta la via e il cammino di luce che guida i miei passi e anche come Counsleor mi sento profondamente guidato dalla sua energia, dall’amore e gioia che sostiene questo cammino, permettendomi di percepire, connettermi all’altro, ascoltare senza giudizio in un modo unico e nutriente.
Questo per me rappresenta la gioia della vita, e ho deciso di dedicare il mio lavoro al Successo perché ripercorrendo la mia storia fatta di continui cambiamenti, trasformazioni e colpi di scena sento di voler portare all’altro tutta la mia esperienza per alimentare una ricerca interiore che porta al vero successo personale, basato sulle proprie unicità e talenti personali.